DOTT. AMEDEO GIORGETTI

L`eccesso di grasso mette a rischio il cuore

Addome e pericardio, questi i due distretti corporei in cui l’accumulo di grasso risulterebbe dannoso per la salute del cuore. L’evidenza arriva da due studi, pubblicati rispettivamente su American Journal of Cardiology American Journal of Clinical Nutrition, che hanno permesso di stabilire che l’eccesso di grasso sia a livello addominale sia pericardico è associato a un incremento di eventi cardiovascolari. Quest’associazione è risultata indipendente da condizioni fisiopatologiche preesistenti e da fattori di rischio convenzionali.
Circonferenza addominale, spia di episodi cardiaci Christian Spies del Queen’s Medical Center di Honolulu, attraverso uno studio prospettico della durata di cinque anni, ha potuto definire che, in pazienti con malattie coronariche croniche, l’obesità addominale è strettamente correlata a un aumento di ospedalizzazione per attacchi cardiaci e di eventi cardiovascolari (cdv).

 I risultati dell’indagine hanno, inoltre, consentito di porre l’accento, per la prima volta, sul fatto che quest’associazione non risulta mediata da preesistenti condizioni di comorbidità, severità della cardiopatia, resistenza insulinica, infiammazione, livelli di neurormoni e di adipochine. Allo scopo di identificare i possibili meccanismi alla base del legame tra grasso addominale e incidenza di eventi cdv, Spies ha periodicamente misurato nel corso dei 5 anni di studio, il rapporto vita-fianchi o Whr (waist/hip ratio ) e l’indice di massa corporea (Bmi) in 979 pazienti con cardiopatie clinicamente stabili. Il 13% dei partecipanti è stato ricoverato per attacco cardiaco e il 16% è andato incontro a problemi cardiovascolari. Un incremento di un’unità della deviazione standard del Whr è risultato correlato a un aumento del 30% del rischio di ospedalizzazione hazard ratio=1,3) e del 20% di eventi cdv (hr=1,2). Entrambe le associazioni non appaiono influenzate da altre condizioni fisiopatologiche (hr= 1,6 e 1,3; rispettivamente). Infine, non è stato rilevato alcun legame tra Bmi e incidenza di ospedalizzazione e di episodi cardiovascolari. Il grasso attacca il cuore da vicino.

Ricercatori americani della Wake Forest University School of Medicine, Winston-Salem sono, a loro volta,arrivati alla conclusione che l’accumulo di grasso a livello pericardico predice in maniera accurata l’incidenza di patologie coronariche, indipendentemente da fattori di rischio convenzionali, compreso l’indice di massa corporea. L’indagine ha inizialmente previsto il reclutamento di circa mille individui, selezionati in modo random tra i 6.800 individui inseriti nel trial Mesa (Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis) e i 147 partecipanti Mesa che avevano avuto problemi coronarici tra il 2000 e il 2005. Analisi di tomografia computerizzata hanno evidenziato una correlazione positiva del grasso pericardico sia con l’indice di massa corporea (coefficiente di correlazione=0,45) sia con la circonferenza vita (coefficiente di correlazione= 0,57). In aggiunta, l’aumento del tessuto adiposo pericardico, e non quello del Bmi, è apparso associato a una maggiore incidenza di malattie coronariche (hazard relativo per incremento di un’unità della standard deviation= 1,33 e 1,00; rispettivamente). Correlazione che continua a essere significativa anche dopo le opportune correzioni per Bmi e altri fattori di rischio cardiovascolare (hazard relativo=1,14). Infine, la circonferenza vita solo marginalmente appare associata a tale rischio (hazard relativo=1,26).

 

 
Luigia Atorino
(American Journal of Cardiology 2009, 7, 883-889
American Journal of Clinical Nutrition 2009, 90, 499-504)