DOTT. AMEDEO GIORGETTI

Il variopinto mondo degli integratori

Il mondo degli integratori alimentari è decisamente variopinto, ci sono gli integratori sostitutivi del pasto e quelli vitaminici, ci sono gli integratori di sali minerali e quelli energetici. Ma qual è la reale efficacia di questi prodotti? Gli integratori fanno bene o fanno male? Sono sicuri? Per capirne di più Dica33 ha intervistato Andrea Poli direttore scientifico della Nutrition foundation of Italy (Nfi).

Gli integratori alimentari servono davvero? Perché, a chi e in quali circostanze?
Per quanto molti siano convinti che un'alimentazione variata sia in grado di fornire tutti i macro e micronutrienti indispensabili per la piena efficienza metabolica, oggi questo non è sempre del tutto vero, per diverse ragioni. La prima è che il cambiamento nelle abitudini alimentari e nello stile di vita avvenuti nell'ultimo secolo hanno "desincronizzato" il processo di adattamento evolutivo tra funzioni biologiche dell'uomo e apporto alimentare. Un secondo fattore critico riguarda l'età media elevata che le migliorate condizioni generali di vita hanno consentito di raggiungere, ma alla quale l'organismo umano non è preparato. Per sostenere l'efficienza metabolica in età avanzata e contribuire a contrastare l'insorgenza di patologie degenerative, anche una dieta ben strutturata può non essere sufficiente. Ma anche il bambino e l'adulto sano possono aver bisogno di micronutrienti extra, sia per far fronte a ritmi di studio, lavoro e svago diventati molto intensi in ogni fase della vita sia per controbilanciare l'impoverimento nutrizionale dei cibi determinato dalle modificate modalità di coltivazione, trasformazione e conservazione.

Quali prodotti, in particolare, possono essere utili per sostenere o recuperare l'equilibrio psicofisico?
Nell'anziano, per contrastare il declino psicofisico, ci si dovrebbe indirizzare prevalentemente verso antiossidanti, acidi grassi essenziali (in particolare, omega-3) e, forse, folati. Rispetto ai primi, benché il complesso degli studi condotti finora non abbia dimostrato una chiara capacità di singoli principi (vitamina C, E, betacarotene ecc.) di ridurre il rischio generale di andare incontro a malattie cardiovascolari e/o degenerative, resta valido il concetto che il mix di vitamine, flavonoidi e polifenoli antiossidanti presenti (o estratte) in molti vegetali "colorati", può contribuire a contrastare i radicali liberi, con un impatto positivo. Indicazioni più definite si hanno a favore degli omega-3, in particolare il Dha, in grado sia di favorire la funzionalità neuronale sia di proteggere l'apparato cardiovascolare, contribuendo alla prevenzione di patologie croniche ed eventi acuti, come l'infarto. Sempre sul fronte delle prestazioni intellettuali e cognitive sembra utile la supplementazione combinata di folati e vitamine B6 e B12.

E per supportare la crescita del bambino e lo sviluppo puberale?
Nei primi anni di vita, i genitori dovrebbero puntare soprattutto su una dieta sana, variata e regolare, basata su alimenti freschi e poco elaborati. L'aggiunta di complessi multivitaminici o di singoli micronutrienti può essere proposta in presenza di allergie o intolleranze oppure problemi di accettazione di determinati cibi che impediscano al bambino di assicurarsi un apporto alimentare sufficiente o, ancora, in occasione di malattie che alterino temporaneamente l'assorbimento intestinale, di per sé o in conseguenza delle terapie necessarie per contrastarle. Inoltre, può essere opportuno fornire a tutti i bambini supplementazioni di acidi grassi essenziali omega-3, mentre con il sopraggiungere della pubertà e l'inizio del ciclo mestruale diventa importante per molte adolescenti l'integrazione di ferro, soprattutto quando la dieta è povera di alimenti carnei.

L’avanzata degli integratori

Gli italiani hanno sempre più fiducia nelle proprietà benefiche per la salute degli integratori, come si ricava dall’andamento di mercato di questi prodotti attestato anche dall’ultima indagine AC-Nielsen per FederSalus. Una tendenza in crescita negli ultimi anni e confermata dall’incremento dell’11,2% di vendite nel 2008, che indica che agli integratori non si rinuncia neppure sotto l’incalzare della crisi economica; addirittura, il ricavato del settore varrebbe un decimo della cifra prevista nella Finanziaria 2009. Oggi a questi supplementi ricorre un italiano su tre, e se il 45% lo fa occasionalmente, il 18% li consuma regolarmente durante l’anno; la fedeltà risulta anche dal fatto che il 62% afferma di utilizzarli da oltre due anni, il 14% comunque da più di un anno. L’analisi del fenomeno è utile e andrebbe approfondita, anche a fronte dell’altra tendenza in crescita in vari paesi e cioè l’acquisto via Internet di prodotti nel campo della salute compresi gli integratori, al di fuori di canali che offrono garanzie e quindi con possibili rischi, come quelli che denuncia per esempio la FDA statunitense.

Benessere generale o esigenze specifiche
Dall’indagine risulta che la motivazione per l’uso abituale di integratori è per il 46% la ricerca di benessere psico-fisico in generale e per il 43% quella di risposte a specifiche esigenze di salute; nel secondo caso a differenza del primo c’è una prevalenza femminile. Un ulteriore 7% li usa abitualmente perché li considera un valido supporto nella dieta di uno sportivo e un altro 3,3% in quelle dimagranti. Questo si rispecchia nelle tipologie scelte: in cima, per il 52,5%, complessi vitaminici e minerali, seguono per il 36% integratori energetici o fermenti lattici, e per il 14,4% quelli per lo sport con netta predominanza maschile. Ci sono poi supplementi a base di crusche e altre fibre nell’8,3%, e agli estratti vegetali come aloe o papaia nel 7,8% o ginseng, pappa reale e tonici nel 7,4%. Volendo tracciare un profilo del consumatore di integratori emerge che circa in due casi su tre si tratta di donne, e nel 5,7% dei casi di persone con istruzione medio-alta; i complessi vitaminici e minerali sono più usati dai meglio istruiti che li ritengono una scelta di benessere, per i fermenti lattici c’è una preferenza per donne e casalinghe. Interessante è poi da chi ci si fa consigliare e dove si acquistano questi prodotti. Poco più della metà, il 51,7%, si affida al medico, mentre un terzo (soprattutto maschi) preferisce il fai da te, anche se nel 7,5% dei casi dice di rivolgersi sempre al farmacista e nel 2,5% all’erborista di fiducia: questo a fronte di oltre 6 milioni gli italiani che s’informano via web sui vari aspetti relativi alla salute e del benessere.

Il terreno potenzialmente insidioso del web
Per la scelta tra farmacia, parafarmacia, erboristeria, grande distribuzione, quale luogo d’acquisto, quasi un terzo si fa consigliare dal medico (specie le donne) e due variabili principali influiscono, la fiducia per chi si orienta verso i primi e la convenienza per chi va al supermercato; in farmacia si comperano soprattutto multivitaminici, dimagranti e fermenti lattici e nella grande distribuzione sostitutivi del pasto, dimagranti, integratori per lo sport. La possibilità di acquistare prodotti salutistici nelle parafarmacie e nei supermercati ha costituito un fattore di spinta per la vendita degli integratori. L’altro fenomeno recente è, come detto, quello della possibilità d’acquisto via Internet, un terreno insidioso. Negli Stati Uniti, dove tale modalità è ovviamente molto più diffusa, la FDA ha appena lanciato un “warning” (citato su Jama), un avvertimento ai consumatori rispetto all’utilizzo di quasi 70 prodotti dietetici OTC venduti come naturali o estratti vegetali, via web e anche al dettaglio, che possono contenere principi attivi non dichiarati, quali sostanze per perdere peso, diuretiche, lassative. Ci sono rischi legati per esempio a dosi molto superiori a quanto raccomandato, all’uso di sostanze con effetti collaterali pericolosi, o non appropriate per chi le utilizza. Dato l’interesse crescente per gli integratori è questo un campo in cui bisognerà essere sempre più vigili.

Viviana Zanardi

Fonti
AC/Nielsen per FederSalus